MotoGP 2019 in Austria. Andrea Dovizioso: "La vittoria più bella"

Giovanni Zamagni
Andrea vince un'altra volta il confronto diretto con Marquez con un sorpasso pazzesco all'ultima curva: "Non pensavo nemmeno io a una cosa del genere, ma sono uscito così forte dalla penultima che dovevo provarci. Sono un campione? Non mi interessa, la gente può pensare quello che vuole"
11 agosto 2019

ZELTWEG - Andrea Dovizioso batte un'altra volta in volata Marc Marquez. Il Dovi questa volta si inventa un sorpasso all'ultima curva, tanto coraggioso quanto pulito: "Non pensavo nemmeno io a una cosa del genere, ma sono uscito così forte dalla penultima che dovevo provarci". E sull'etichetta di 'pilota campione', risponde: "Non mi interessa, la gente può pensare quello che vuole".

Andrea, in questi anni hai compiuto diversi capolavori nei 'corpo a corpo' contro Marquez. Questa la possiamo definire l'impresa più bella?

"Sì, è stato un braccio di ferro dalla prima all'ultima curva. Ha pagato il lavoro nelle prove di venerdì e la gestione in gara. Sono molto contento: è la vittoria più bella".

Ci racconti la tua corsa?

"Oggi è stato difficile, non eravamo più veloci a differenza di quanto era capitato in passato contro Marquez. Ho dovuto gestire le gomme, fermare Marc e capire quali erano i suoi punti deboli. Ha infatti cambiato modo di guidare dalla seconda metà di gara. Gli è calato il rendimento della gomma posteriore sul lato destro. Questo mi ha permesso di rifarmi sotto. Non ho mollato, sapevo di avere più grip e all'ultimo giro, in curva 5 e 8, due curvoni a destra, mi sono agganciato a lui nonostante perdessi nella piega a sinistra, in curva 7 in particolare. È stato bello trovare i miei amici subito dopo la prima curva, un'emozione stupenda, un'esplosione pazzesca".

Rispetto al 2017 la curva del sorpasso decisivo è rimasta quella, ma questa volta vi siete presentati in ordine inverso: come hai fatto questa volta?

"L'ho passato all'ultima curva e non ho visto cosa stesse facendo perchè sono arrivato un po' lungo. Questo non gli ha permesso di rientrare subito. La manovra è stata comunque pulita e questo ha giocato a mio favore, perché lui non ha potuto replicare".

Considerando che oggi la Honda era alla pari, se non superiore, della Ducati, la possiamo definire una vittoria tutta tua?

"No, non fai gare di questo genere da solo. Ogni volta che io e Marc combattiamo abbiamo punti di forza quasi opposti. Siamo piloti con caratteristiche molto diverse, con un attitudine e un modo di guidare quasi opposto. Questo rende i nostri duelli più complicati. E' stato decisivo il lavoro svolto durante le prove, che ci ha permesso di fare la differenza anche con gli altri piloti Ducati. Direi quindi un 50 e 50 tra moto e pilota".

Abbiamo chiesto a Valentino Rossi se sei un grande pilota o un campione: lui ha detto che sei un campione. Cosa rispondi tu, considerando anche le voci che sono girate nel paddock circa un ritorno di Jorge Lorenzo in rosso?

"Un campione? Non mi attacco a queste cose. Non sono come un pilota che conosciamo che se lo scrive nel casco... Non sono fatto così, non mi interessa, la gente può pensare quello che vuole. Essere definiti 'campioni' conta fino a un certo punto. So cosa dobbiamo e devo migliorare per vincere il Mondiale".

Marquez ogni volta che perde dice di avere problemi: sono scuse o è una strategia psicologica?

"No, è la verità. Purtroppo ha ragione. E' il motivo per cui fa la differenza in questi anni. Oggi lui ha faticato per altri motivi, ma tutte le volte che siamo arrivati in volata lui accusava dei problemi. Marc non è il tipo che racconta balle".

 

Usando un termine calcisitco possiamo dire che in Ducati lo spogliatoio è spaccato. Cosa cambia dopo questa vittoria?

"Darà un'energia positiva per continuare la stagione. L'energia positiva fa molta differenza, più ce n'è meglio è".

Rivedremo questo tuo lato 'pazzo' che ti ha portato a fare questo sorpasso?

"Bisogna cercare di essere sempre lucidi. Nella maggior parte dei casi quando un pilota fa una mossa irrazionale gli effetti sono negativi, lo abbiamo visto molte volte. Corro da anni, ma la giornata di oggi è importante per la mia esperienza. E' stata una gara da studiare, da apprendere. Sono rimasto tranquillo e con la mente 'aperta' nonostante non vedevo soluzioni per avere la meglio su Marc. Poi, rimandendo calmo, mi si è aperta una porta e l'ho sfruttata al meglio".

I tuoi duelli con Marc stanno scrivendo pagine epiche del motociclismo, sei consapevole?

"Cambierei il regolamento per assegnare più punti a chi vince queste battaglie (scherza n.d.r.). Purtroppo contano poco se il gap a fine anno è troppo ampio. Certo, mi danno tanta soddisfazione queste sfide. Ma alla fine sono solo 5 i punti di differenza tra primo e secondo...".

Secondo te Marc soffre questa sconfitta?

"Gli dà fastidio perchè sa che è molto forte su tanti aspetti. Ma è intelligente e sa anche che quando non è messo bene finisce così. Alla fine gli darà un'importanza relativa. Sa che nei weekend in cui tutto è a posto può fare ancora la differenza".

Comunque quando arrivate all'ultima curva, 8 volte su 10 tu lo batti.

"Beh, bene. Almeno questo (ride n.d.r.). 58 punti di distacco sono molti: se non la spunto in queste battaglie è dura riprenderlo".