EICMA 2017. Keanu Reeves: "Faccio moto da guidare"

Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
L’attore – e costruttore, titolare di ARCH Motorcycle – ci racconta le KRGT-1 che debuttano in Italia ad EICMA 2017, le origini della sua passione e… il suo tifo in MotoGP
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
9 novembre 2017

Keanu Reeves è una persona magnetica. Al di là del suo status di sex symbol e attore di fama mondiale (Belli e Dannati, Point Break, Speed, Matrix, John Wick), che fa si che sia costantemente assediato da uno stuolo di fan – per lo più di sesso femminile – quando si riesce ad avvicinarlo si resta colpiti da uno sguardo profondo e malinconico.

Fin qui niente di strano, salvo una sensazione di deja-vu che nasce dall’identità di quello sguardo con quello che si è visto tante volte in nei suoi film. Quello che invece colpisce è la rapidità con cui lo stesso sguardo si illumina quando si parla di moto. In occasione di EICMA 2017 abbiamo avuto la possibilità di incontrare Keanu per un’intervista, dove abbiamo ovviamente parlato della collezione Arch Motorcycles appena svelata: la già nota power cruiser KRGT-1, l’inedita variante sportiva KRGT-1S ma anche, e soprattutto, lo spettacolare concept Method 143, realizzato in collaborazione nientemeno che con Suter Engineering. Avete capito bene, la stessa azienda che crea telai e forcelloni per tantissime Case e squadre impegnate nei Mondiali di tutte le specialità.

Iniziamo… dall’inizio, chiedendo a Keanu da dove nasce questa sua passione.

«Non lo so. Da bambino mi piaceva guardare le moto, ero affascinato dal loro rumore. Però, paradossalmente, ho imparato a guidarle tardi, quando ero già grande, a 22 anni. Ma da quando ho iniziato non ho mai smesso».

Come è nata la partnership con Gard Hollinger, e la decisione di iniziare a costruire le tue moto?

«Gard era il titolare di un’attività di customizzazione, LA County Choprods. Mi sono rivolto a lui per customizzare la mia Harley-Davidson – lui sostanzialmente ha preso il motore e ci ha costruito sopra tutt’un’altra moto. Che poi, alla fine, è diventata il prototipo per la KRGT-1».

Il disvelo dei nuovi modelli
Il disvelo dei nuovi modelli

Passiamo il microfono a Hollinger. Gard, sappiamo che Keanu fa un punto d’onore il fatto di sviluppare lui stesso le sue moto. Cosa ne pensi di lui come tester?

«Non c’è nessun migliore di lui. Usa la moto in continuazione e soprattutto, se vogliamo provare a rompere qualcosa possiamo fare affidamento su di lui [ridono, ndr]. Seriamente, è davvero bravo».

Ma qual è stata la sfida più impegnativa nel definire il primo prototipo, che poi ha dato il via a tutta l’operazione?

«Diciamo che è stato un processo durato tre anni… la sfida maggiore è stata sicuramente il pensare all’industrializzazione di quel prototipo. E poi creare da zero un nuovo brand mentre stai sviluppando un oggetto di meccanica del genere, senza perdere concentrazione».

Un momento della nostra intervista
Un momento della nostra intervista

Vediamo le moto una per una. Keanu, raccontaci l’anima di ciascuna.

«La KRGT-1 è una performance cruiser pura, ha un’anima ricca, profonda. Resta una cruiser, quindi ha le pedane in posizione avanzata – in alternativa ci sono anche arretrate. Tutte sono estremamente personalizzabili, per esprimere la creatività personale su una Arch. Comunque è una moto pensata per essere guidata. Ha un motore di grossa cilindrata, più di 2.000 cc, quindi ha un sacco di coppia, come dev’essere una cruiser».

«La cosa speciale delle cruiser però è che sono guidabili: sono svelte in inserimento, stabili, ben bilanciate. Il nostro obiettivo, come Arch, è quello di realizzare custom che però si possano guidare».

«Dopo tre anni stiamo iniziando a produrre anche un altro modello, la KRGT-1S – tra l’altro, per questa moto realizziamo internamente più di 200 componenti. E’ tutta in alluminio: telaio, motore, carrozzeria, diverse componenti della trasmissione e del motore. La 1S ha forcellone monobraccio, un nuovo serbatoio, una posizione di guida più centrale ed un avantreno più muscoloso. E il cannotto di sterzo è più chiuso, sulla KRGT-1 è di 31°, sulla 1S scendiamo a 26. E’ più agile e più sportiva. E poi evidentemente c’è un nuovo design delle sovrastrutture, più sportive. E per me è bellissima».

Tanto per darvi un riferimento, se con la KRGT-1 pensiamo ad una Ducati X-Diavel, la 1S è più vicina alla guidabilità sportiva della Diavel. Ma rispetto ad una Ecosse o una Confederate, quale pensi che sia la caratteristica più qualificante delle Arch?

«Che le nostre si guidano, e bene! [ride]. E poi la cura nelle finiture, e la possibilità di personalizzazione estrema – direi che siano tutte caratteristiche distintive. Ovviamente, tutto ha un prezzo. Sia chiaro, ci sono tante altre moto bellissime, ma francamente direi che le nostre siano fra le migliori».

Sappiamo che sei un grande fan della MotoGP. Domanda secca: Dovizioso o Márquez?

«Non puoi farmi una domanda del genere!», Keanu ride e si blocca. «Onestamente, davvero, vorrei che vincessero tutti e due!».

Bravo Keanu. Sappiamo cosa vuoi dire.