Fase 2 #rimettiamociinmoto: ma che tutti facciano la propria parte

Fase 2 #rimettiamociinmoto: ma che tutti facciano la propria parte
  • di Alfonso Rago
Le "due ruote" come forma di mobilità ideale per l’uscita dall’emergenza virus: ma c’è bisogno che tutto cambi rispetto al passato, ad iniziare dall’attenzione verso gli utenti e dalle strade, che devono diventare più sicure.
  • di Alfonso Rago
7 maggio 2020

La rinnovata attenzione verso le "due ruote (bici o moto che siano) degli ultimi giorni la prendiamo come un segnale positivo: oltre gli ormai famosi “7 motivi“ indicati dalla nostra redazione (e rilanciati alla grande sui social), ci sono evidenze concrete che certo non sfuggono a chi amministra le città, e che li spingono, oggi come mai in passato, a dichiararsi a favore della mobilità veloce che solo una moto o uno scooter possono assicurare.

Parliamo, giusto per esser chiari, dell’uso della moto consentito dal più recente decreto governativo, che apre alla possibilità d’impiego per esigenze di lavoro e non per svago: ma appunto perché viene riconosciuta (finalmente, verrebbe da dire!) la giusta importanza a questo tipo di mobilità, sarà il caso di avanzare proposte per evitare, come in passato, che dal suo uso virtuoso derivino danni e pericoli.

Ci riferiamo, l’avrete capito, in primo luogo allo stato delle strade: devono essere sicure, finalmente senza buche, cordoli assassini e guard rail taglienti: al loro posto, asfalto finalmente pulito, illuminazione corretta e segnaletica, orizzontale e verticale, a norma del Codice.

Nei mesi di lockdown si sarebbe potuto fare molto in proposito, approfittando della circolazione stradale quasi azzerata, per porre in essere lavori di manutenzione, ordinaria e soprattutto straordinaria.

Purtroppo è stato tempo perso: come segnala la Siteb (l’associazione Strade Italiane e Bitumi), nonostante queste attività siano state escluse dal blocco perché considerate strategiche, i lavori si sono fermati, soprattutto a causa delle lentezze burocratiche e di un rapporto con le pubbliche amministrazioni reso ancor più farraginoso dall’emergenza, che ha spinto molti uffici a rinviare l’approvazione e la firma di progetti cantierabili.

Pur con qualche lodevole eccezione (vedi i lavori nella Galleria Giovanni XXIII a Roma, svolti in anticipo rispetto ai tempi previsti), la situazione delle strade italiane si conferma critica e quindi pericolosa per gli utenti considerati “deboli“, come sono quelli in sella alle "due ruote".

Altro potenziale problema, quello dei parcheggi: come segnalato da diversi lettori milanesi, i nuovi stalli per le "due ruote" approntati per la Fase 2 sono fatti male, sbagliati in maniera clamorosa nelle misure, che vanno bene magari per uno scooter (ma neanche tanto…) e non certo per moto di misura media o grande.

Non vorremmo che si trattasse, oltre che di cialtroneria, della dimostrazione di quanto la nostra categoria sia conosciuta (ed apprezzata) dalle parti di Palazzo Marino.

Ecco, di tutto avremmo bisogno, tranne che di trovarci multati per aver parcheggiato oltre la sagoma disegnata a terra, con un’intera ruota di fuori, e non per poca attenzione da parte nostra, ma solo perché è lo stallo ad essere fuori misura…

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