In tour sui Nebrodi con V-Helmets

In tour sui Nebrodi con V-Helmets
Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
Undici moto di Triumph Sicilia, 200 km su e giù per i Nebrodi: il tour in compagnia di V-Helmets
  • Antonio Privitera
  • di Antonio Privitera
10 luglio 2019

Ognuno nella sua vita ha diritto ad un quarto d'ora di felicità. Dovrebbe essere inserito in costituzione: abrogate qualcosa, inserite la felicità. Io un'idea l'avrei, su cosa abrogare nella Carta. Ma dicevamo. Ognuno ha diritto a quindici minuti felici, come una volta, come quando eravamo ragazzi, quando le motociclette erano senza prezzo perché il grande problema era che nessuno di noi aveva i soldi per comprarle, e i sogni felici costavano nulla più che prendere fiato e aprire le virgolette.

Immaginavamo garage sconfinati dai quali scegliere una moto diversa ogni volta, e se qualcuno non ci ha mai pensato non è mai stato bambino, folle o motociclista.

 

 

le Triumph pronte per partire
le Triumph pronte per partire

Sabato, mentre le moto venivano scaricate dai furgoni, la gente si avvicinava e mi chiedeva se fossero mie. Chiedevano chi ero, da dove venivo, se un fiorino potesse essere abbastanza per pagare un giro con quelle moto. E invece erano le undici moto messe a disposizione da Triumph Sicilia per il tour dei Nebrodi di V-Helmets, con i suoi ospiti, alla convention internazionale 2019.

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La gente arrivava e osservava, li vedevo scegliere, desiderare, apprezzare il bello e fare le facce da bimbo mentre appiccicavo gli adesivi di Moto.it sui serbatoi; quando verificavo che fossero pronte per fare 200 chilometri, mettendole in moto e parcheggiandole in modo da far vedere anche a queste undici inglesine le isole Eolie, tutti arrivavano col sorriso, felici dell'annuncio che "domani si fa un giro in moto, che sarà una giornata in sella senza fretta e col sole in faccia. Preparate la crema protettiva", pensavo in quei quindici minuti.

Ora, io non mi occupo di risolvere i problemi: meno che mai in queste occasioni, dove vengo chiamato per coordinare e guidare un gruppo di ospiti su un itinerario; però mi piace far sì che tutto scorra senza intoppi, a partire dalla scelta delle moto da assegnare: così Meluccio Piricone, CEO di V-Helmets, ha preso una Street Twin perché mi ha subito confessato di amare le moto facili, e a tutti gli altri ospiti ho cercato di assegnare la moto “giusta” tra le Speed Twin, le Scrambler o le Tiger 800 e 1200. A me è toccata, con dispiacere di chi non ha potuto metterci il sedere sopra, la Street Triple RS, con la benedizione di Triumph Sicilia.

Domenica partiamo, in mostruoso ritardo come si addice ad ogni evento desiderato e promesso: sole che scotta e caldo da paura, asfalto caldo e granita ai gelsi dopo un paio d'ore di tour per le statali a picco sul mare di Capo Calavà, e un appuntamento su per i Nebrodi con la trattoria dove magnifichiamo il suino nero dei Nebrodi.

Alle 16 sembra tutto finito con il caffè, e già vedo le facce stanche dall'afa e timorose che da adesso in poi possa essere peggio, meglio tornare. Ma poi li vedi in sella, e anche quelli meno pronti ti fanno cenno che possono andare ovunque, e tu li porti sempre più dentro i monti ad aspettare che le pecore finiscano di attraversare la strada, sulle curve dall'asfalto serie oro che strappa un sorriso anche ad Edoardo, che con la Speed Triple morde il freno e ha bisogno di fare due pieghe vere, sull'Altopiano dell'Argimusco a vedere i megaliti, fare le foto sceme e sospettare che, in fondo, qui in Sicilia non manca nulla: caldo, strade, panorami e la pazienza di guidare il gruppo. Che tra l'altro per me è la prima volta, ma pur di stare in moto io mi adatto benissimo, tranquilli.

l'altopiano dell'Argimusco e i suoi megaliti
l'altopiano dell'Argimusco e i suoi megaliti

Restiamo quindici minuti lì, confusi tra la polvere dello sterrato per uscire dall'altopiano e le ombre che si allungano, poi è veramente finita, e un'ora dopo sfiliamo i caschi in hotel. Il mio era un top di gamma V-Helmets Hurricane in fibra tricomposita Maxx 3C - edizione 2020, quindi ancora non in commercio, nella splendida grafica in foto - con, tra l'altro, visiera all'iridio.

Che impressione ne ho ricavato? Innanzitutto che non è vero che i caschi integrali e da pista come l'Hurricane siano poco indicati per l'utilizzo turistico: il peso contenuto, il buon bilanciamento, l'ampio angolo di visione offerto dalla visiera e un sistema di estrazione aria che, pur non facendo gridare al miracolo, riesce a rendere i 40 gradi sopportabili, mi hanno reso confortevoli le numerose ore in sella in condizioni climatiche quasi estreme e, anzi, se aggiungiamo che l'integrale è chiaramente molto più protettivo di qualsiasi jet e demi-jet, possiamo dire che in una certa misura mi ha anche protetto dai raggi solari diretti sul volto.


 

il V-Helmets Hurricane usato per il tour
il V-Helmets Hurricane usato per il tour

Ovviamente ingiudicabile la rumorosità e la stabilità alla alte velocità, perché raramente abbiamo raggiunto i 90 km/h - fino a quest'andatura comunque il casco è silenziosissimo - ma per contro abbiamo potuto apprezzare la facilità di sollevamento della visiera (dotata anche di fermo) e la chicca della fibbia del doppio anello di ritenuta con calamita, molto comoda per evitare svolazzamenti del lungo cinturino.

L'Hurricane pesa circa 1.400 grammi e viene venduto già con Pinlock Max Vision (ma senza bottoncini di attacco per i tear-off) ed è disponibile con due calotte diversificate in funzione della misura. Veste leggermente stretto, una M è stata adeguata per me che usualmente indosso la S, calza comodo una volta inserito bene e trovato posto per orecchie e occhiali.

Più laborioso lo sfilamento ma comunque semplice e rapido, in linea con i caschi racing. Gli interni sono di buona fattura anche se sotto l'imbottitura superiore resta a vista il polistirolo, particolare che però non inficia in alcun modo la sicurezza o la comodità dell'Hurricane.

vedi l'Hurricane sul sito V-Helmets

 

Foto: Francesco Bellina/Cesura e Antonio Privitera

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