Vyrus Alyen: la visionaria con il cuore Ducati

Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
Metti assieme due geniacci come Ascanio Rodrigo e Adrian Morton e il risultato non può essere che inaspettato. Come quest'ultima Vyrus dalla ciclistica anticonvenzionale, dallo stile unico e con il V2 Ducati da 205 cavalli
  • Maurizio Gissi
  • di Maurizio Gissi
8 aprile 2020

L'ultimo colpo basso di Ascanio Rodrigo si chiama Alyen.
Dalla riminese Coriano la Vyrus ha saputo raccogliere l'eredità della Bimota Tesi, Ascanio e i suoi collaboratori hanno studiato e migliorato quell'avantreno basato sullo sterzo nel mozzo - ideato da Marconi e Ugolini – il cui brevetto era scaduto. Hanno ripreso il concetto Bimota Tesi con il mestiere che soltanto chi aveva lavorato sulle Bimota poteva rielaborare, e così nel 2002 è nata la prima Vyrus, la 984 C3 con il V2 Ducati. Poi ne sono seguite altre che il piccolo atelier ha realizzato con inventiva e cura uniche.

Ultima in ordine di tempo è la Alyen, una moto visionaria e sfrontata come poche finora se ne sono viste. E se la tecnica, al pari della nuova Bimota Tesi H2 progettata da Pierluigi Marconi, è decisamente unica nel panorama attuale, l'estetica non è certo da meno.

Si deve al bravissimo inglese, trapiantato a Rimini, Adrian Morton. Sue le Benelli Tornado 900 e TnT e portano la sua firma tutte le MV Agusta a partire dal restyling delle F4 1000 fino alle recentissime Brutale 1000 e Rush presentata a Eicma: uno dei migliori designer al mondo che stavolta ha seguito liberamente il suo istinto creativo disegnando una sportiva totalmente fuori dal coro.

Il motore è il Ducati Superquadro di 1.285 cc già montato sulla Panigale. Ma con specifiche adeguate alla normativa Euro 5, potenza massima di 205 cavalli a 10.500 giri e la nota dotazione digestione elettronica Ducati.
Un'unità che nasce già con la funzione portante per il forcellone monobraccio e che bene si può inserire nel particolare telaio con profilo a omega che lo abbraccia: è costituito da due parti asimmetriche in magnesio. A questi sono integrati gusci scatolati in fibra di carbonio che fungono da serbatoi per la benzina, 11 litri di capacità in tutto.

La sospensione anteriore verte sul forcellone bibraccio con sterzo nel mozzo già noto sulle altre Vyrus. Il comando di quest'ultimo, chiamato HWSS (Hydraulic Wired Steering System) è affidato a due speciali cavi di acciaio che trasmettono il movimento di rotazione del manubrio al mozzo. Le sospensioni impiegano ammortizzatori Ohlins disposti trasversalmente a forcelloni e compressi da leveraggi.

Le ruote Rotobox sono da 17 pollici e sono disponibili due soluzioni frenanti: dischi Brembo di derivazione SBK con pinze GP4 RR oppure carboceramici.

La produzione prevista è di venti esemplari, il prezzo non è stato comunicato.

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