Husqvarna Vitpilen 701: dinamica e raffinata

  • Voto di Moto.it 8 / 10
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
La prima grande naked stradale del marchio svedese: dinamica e raffinatissima nel design, curatissima nelle finiture. Il prezzo non è banale, ma regala grande piacere nella guida
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
23 marzo 2018

Ce l’hanno fatta aspettare più di quanto non ci immaginassimo ma alla fine la Freccia Bianca, la Husqvarna Vitpilen 701, è arrivata. Aveva debuttato a sorpresa ad EICMA 2015, sotto forma di concept, svelata dallo stesso Pierer assieme alla dirigenza del marchio austro-svedese, e ad essere sinceri ce la aspettavamo da lì a breve. Perché per quanto non banale da industrializzare, quel concept era talmente raffinato e apparentemente vicino alla serie – ma soprattutto basato su una piattaforma motoristica più che collaudata – che in redazione avevamo scommesso che sarebbe arrivata già come modello 2017.

C’è voluto qualche mese di più, perché la versione definitiva è arrivata ad EICMA 2017, sollevando grande interesse per il suo sofisticato minimalismo. Una semplicità tutt’altro che banale, pensata per offrire leggerezza sostanziale ma anche visiva (non a caso il concept della sorellina 401 è stato premiato per il design) che ha polarizzato l’attenzione dei motociclisti forse meno duri e puri, ma sicuramente attenti tanto alla sostanza quanto alla raffinatezza. E proprio in questa sua raffinatezza va ricercato il motivo del lasso di tempo intercorso fra quel primo concept e questa versione definitiva, perché una moto tanto essenziale, ricercata e importante non poteva uscire dalla fabbrica troppo diversa da quel concept che, appunto, aveva riscosso tanto successo. In Husqvarna, diremmo noi, ce l’hanno fatta.

Una moto che, d’altra parte, fa da perfetto alter ego alla KTM Duke 690 da cui mutua la piattaforma motoristica, e che delinea alla perfezione la strategia del gruppo di Mattighofen, deciso ad allargare il suo appeal affidando al marchio Husqvarna modelli certo brillanti nella dinamica, ma meno performance-oriented rispetto ai fratelli… arancioni.

In effetti, tutto questo è figlio di un progetto preciso – non a caso, Husqvarna la qualifica con due aggettivi: simple, progressive. Semplice, innovativa. Il minimalismo è da sempre di casa in Scandinavia, in tutti i settori in cui hanno dettato e dettano legge: dall’architettura all’arredamento, al design in generale. E allora cosa c’è di più semplice di un monocilindrico, sia pure sofisticato come questo? E cosa c’è di più vicino alle radici del più puro piacere di guida motociclistica di un motore semplice ma sano, due semimanubri neanche troppo bassi, una sella, un serbatoio e un faro?

Ammettiamo di essere incuriositi. E finalmente, a pochi giorni dall’arrivo presso i concessionari, è arrivato il momento di provarla: Husqvarna ci ha invitato a Barcellona per guidare la nuova Vitpilen 701. E vi preghiamo, prima di battezzare sommariamente la Vitpilen come una “moto per fighetti”, di leggere tutta la prova. Perché la Freccia Bianca ha davvero tanto da dire, in un mercato classificato e omologato in tanti stereotipi…

Com’è fatta

Rispetto al concept, la Vitpilen 701 è cambiata davvero poco, mantenendo una linea estremamente snella e filante e finiture di livello molto elevato. Vi basta sovrapporre le silhouette del concept e della moto di serie – magari sostituendo gli specchietti a quest’ultima con unità bar-end – per notare una vicinanza quasi incredibile.

Tutta la moto è stata pensata seguendo un discorso stilistico coerente, minimalista, fatto di linee curve ed essenziali. Il tema del cerchio torna ovunque, dal faro anteriore alla strumentazione, dalle teste di forcella che spuntano appena dalla piastra fino al raffinatissimo tappo del serbatoio.

Le linee delle sovrastrutture contrastano molto con quelle a cui siamo abituati a veder uscire dalla matita del centro Kiska: armoniche, pulite, non scevre da una certa dinamicità ma molto eleganti. E, ne converranno gli amanti del design, inconfondibilmente svedesi. Molto bello il serbatoio, anche se forse non del tutto inedito; il codino, poi, è un’opera d’arte, ricavato da due gusci in alluminio imbullonati in zona ammortizzatore, con il logo “701” riportato nella zona inferiore e la sella su due piani curatissima e capace di creare una perfetta illusione di unità monoposto.

I gruppi ottici, naturalmente full-LED, sono belli da spenti come da accesi, e la strumentazione è ben riuscita, anche se dall’epoca della presentazione ha perso qualcosa in termini di innovatività e qualità percepita. In un momento storico in cui moto meno raffinate possono vantare un TFT, il quadrante LCD ha un aspetto un po’ economico per un mezzo come la Vitpilen 701.

Bella la piastra con nome del modello scolpito – anche se forse avremmo preferito una finitura più liscia – e bello anche il colpo d’occhio su semimanubri e comandi. Notevoli lo scarico e i supporti pedana, mentre il portatarga solidale al forcellone divide le opinioni, come sempre: c’è chi lo ama e chi lo odia. Certo è che la targa austriaca – delle dimensioni di una bandiera – con cui abbiamo provato noi la moto non gli fa sconti, risultando troppo ingombrante. Ma nel sottocodone sono già previsti i fori (coperti da tappi) per un’unità tradizionale disponibile come optional, quindi…

Motore ed Elettronica

Il cuore della Vitpilen è naturalmente il monocilindrico da 692,5cc che ha debuttato due stagioni fa sulla KTM Duke 690R e adottato poi sulla Husqvarna 701 in versione enduro e motard. Un propulsore estremamente moderno, che ha raggiunto un livello di sviluppo impressionante per un monocilindrico, e capace di prestazioni che qualche anno fa sarebbero state ritenute impensabili per un motore di questo frazionamento e cilindrata unitaria.

La distribuzione è naturalmente a quattro valvole per cilindro, con raffreddamento a liquido e doppia accensione per ottimizzare la combustione in una camera di scoppio naturalmente complessa data la cilindrata… unitaria.

In questa versione, il motore è capace di 75cv a 8.500 giri (come sulla 690R) e 72Nm di coppia a 6.750 giri. Ed è disponibile anche una versione depotenziata con un’apposita mappatura che limita la potenza a 33kW, rendendola guidabile anche ai possessori di patente A2. La frizione – a comando idraulico – è l’ormai diffusissima APTC, antisaltellamento e con servoassistenza.

L’alimentazione è basata su un sistema ride-by-wire con unico corpo farfallato Keihin da 50mm di diametro. Data l’indole della Vitpilen, meno estrema rispetto alle sorelle e cugine 690 e 701, non sono presenti riding mode. Naturalmente implementato, invece, il controllo di trazione (disinseribile, ma che si reinserisce allo spegnimento del quadro) in quanto dispositivo di sicurezza, ma anche il quickshifter in innesto e in scalata per liberare ancora di più la mente nella guida, sia in città che quando ci si vuole divertire…

La ciclistica

Tutta nuova la ciclistica, che conta – come da tradizione della Casa austro-svedese – su un traliccio in tubi d’acciaio al Cr-Mo idroformati e tagliati al laser, ottimizzato nelle rigidità torsionali e longitudinali per garantire una bella dinamica e feeling nella guida. Nessuna sorpresa nelle sospensioni, ovviamente fornite da WP, con una forcella a steli rovesciati da 43mm a funzioni separate (compressione in uno stelo ed estensione nell’altro) con registri sulla testa di forcella. Il monoammortizzatore è montato su leveraggi progressivi, e regolabile sia nel precarico che nell’estensione.

La carta d'identità di Husqvarna Vitpilen 701

Potenza massima 75 cv
Coppia massima 72 Nm
Peso a secco 157 kg
Serbatoio 12 L

L’impianto frenante è Brembo, con un disco singolo da 320mm e pinza radiale all’avantreno e un’unità da 240mm al retrotreno, entrambi gestiti da ABS Bosch. La coppia di cerchi è da 17” (con canale rispettivamente da 3,5” e 5”) e calzano pneumatici Bridgestone Battlax S21 nelle misure 120/70 e 160/60.

Il serbatoio è capace di 12 litri, e il peso è contenuto in soli 157kg, valore eccezionale dovuto in buona parte al motore, che pesa solo 43kg a secco ma completo di motorino d’avviamento, alimentazione, frizione e circuito di raffreddamento.

Colorazioni, prezzo e disponibilità

La Husqvarna Vitpilen 701 arriva nei concessionari a fine marzo, nell’unica livrea che vedete nelle foto, a 10.350 euro f.c.

Naturalmente numerosissimi gli optional, che comprendono cerchi a raggi, pedane, comandi a manubrio, borse laterali morbide, specchietti, leve freno, protezioni per motore e carrozzeria, parti in carbonio, scarichi e quant’altro – potete trovare la lista completa sul sito ufficiale Husqvarna.

Gli intervalli di manutenzione sono fissati a 10.000km.

In sella

Il primo approccio con la posizione di guida non è affatto banale. Relativamente alta di sella – la parentela con la Duke, del resto, non è un’opinione – e un po’ larga all’attacco delle cosce, la Vitpilen 701 è anche un po’ carica sui semimanubri. In compenso, le pedane sono belle distanti dalla sella, creando una triangolazione atipica che però, all’atto pratico, si rivela riuscita e non troppo affaticante nemmeno in città. Ma se cercate una moto per macinare chilometri, date retta, meglio guardare altrove.

La città è uno degli ambienti d'elezione per la Vitpilen
La città è uno degli ambienti d'elezione per la Vitpilen

Serve qualche minuto per prendere confidenza con la guida della Vitpilen 701, soprattutto per chi è abituato alle reazioni un po’ più letargiche delle maxi odierne. La posizione di guida, che impone l’uso di massimo tre dita per freno e frizione per l’atipico posizionamento dei comandi a manubrio, si rivela comunque efficace anche nella lotta con il traffico cittadino, mentre il motore guizzante – c’è una castagna gustosissima sopra i 4.000 – aiuta a divorare semaforo dopo semaforo. E la leggerezza fa si che anche nelle manovre da fermo la Vitpilen risulti un giocattolo.

Il cruscotto è ben leggibile anche controluce, fatta eccezione forse per il contagiri la cui linea è un po’ troppo sottile. Tutti i comandi sono piacevoli e morbidi all’azione; restando in tema ergonomia va segnalata la sella, un po’ rigida e che “trattiene” molto (buona nella guida sportiva) e una posizione del passeggero abbastanza di fortuna, ma non raccolta come ci si aspetterebbe.

Il motore è gustosissimo. Strappa sensibilmente sotto i 3.000 giri – del resto, non si possono pretendere miracoli da un monocilindrico – ma sopra si fa perdonare con un’erogazione invidiabile, grintosa ma mai brusca, che si stempera in alto in un allungo quasi incredibile per questo frazionamento. Il cambio è velocissimo, preciso e ben supportato da un quickshifter con una taratura pensata per funzionare bene a tutti i regimi; solo quando si spinge davvero, in scalata, può capitare di sentire il retrotreno che “spinge” sotto l’effetto del blipper, ma niente di preoccupante.

Le vibrazioni? Qualcosa c’è, inutile negarlo. Si percepiscono nei transitori, fra i 5 e i 6.000 giri, soprattutto sul manubrio (dove si sentono un po’ più che sulla Duke a causa dei semimanubri, che non consentono montaggio elastico) e con qualche risonanza che si trasmette su carrozzeria e pedane, ma il livello è ampiamente tollerabile. Più fastidioso il fatto che la leggibilità degli specchietti venga compromessa, ma come detto prima, stiamo sempre e comunque parlando di un monocilindrico. Sarebbe ingeneroso pretendere di più.

La ciclistica è davvero bella. Aperta di cannotto, è capace di coniugare la stabilità derivante dalle quote ciclistiche con l’agilità che le conferiscono i semimanubri lunghi e aperti e il peso da ballerina. Già detto della città, nei trasferimenti consente una guida rilassata (al netto della completa assenza della protezione aerodinamica) e sul misto diventa gustosissima. Agile senza essere nervosa – solo quando le si tira il collo filtra qualche reazione sullo sterzo, prontamente smorzata dall’ammortizzatore – danza fra le curve con un impegno psicofisico davvero ridottissimo, e siamo sicuri che nelle mani giuste, sul guidato, potrebbe far venire un bel mal di testa a più di una sportiva.

Anche in discesa, dove i semimanubri normalmente si traducono in una confidenza relativa, la Vitpilen 701 è facile e gustosa, soprattutto se si lavora bene con il freno anteriore per trasferire un po’ di carico sull’avantreno. E già che parliamo di freni, l’impianto Brembo lavora bene: c’è la potenza che serve e l’attacco del comando non mette mai in difficoltà. I più esperti, che potrebbero lamentare una relativa mancanza di mordente, quasi sicuramente troveranno risposta in pastiglie più aggressive.

Buono il comportamento delle sospensioni, che garantiscono un assetto sempre coerente e controllato. Un po’ secca la risposta su buche e dossi in città, ma quando si esce tutto funziona alla perfezione. Se volete di più, probabilmente non siete il cliente tipo della Vitpilen.

Per chi è la Husqvarna Vitpilen 701?

Lo so, chi segue il sottoscritto sa che questo capitolo, in quasi ugual misura, divide fra estremamente facile ed estremamente difficile definire l’acquirente tipo di ogni moto. Con la Vitpilen si rientra un po’ in entrambi i casi. E’ difficile perché parliamo evidentemente di una moto di nicchia, che solleticherà le corde di un motociclista un po’ anomalo, al di fuori degli schemi di suo o che magari ne vuole uscire perché stufo degli stereotipi, di una certa cultura e che ama la raffinatezza negli oggetti anche al di là della loro funzione.

Design, certo, ma anche guida molto dinamica per la Husqvarna Vitpilen 701
Design, certo, ma anche guida molto dinamica per la Husqvarna Vitpilen 701

Un motociclista che ama il bello anche negli oggetti di uso comune, che magari da tempo cercava un modello come questo, semplice ma non banale, e capace di riportargli alla mente sensazioni e ricordi viscerali – passatemi la licenza, quasi ancestrali – delle moto di una volta, fatte di un motore e poco altro. Di quelle moto che, non a caso, in Romagna hanno coniato il lemma dialettale E mutor, sineddoche in cui il motore rappresenta tutta la moto. E quale motore può essere più mutor di un monocilindrico?

Sarebbe molto facile, riprendendo il discorso di apertura, definire la Vitpilen 701 come una moto da fighetti, anche perché il prezzo non è sicuramente popolare, se ci si ferma alla fredda scheda tecnica. La realtà, invece, è che la Vitpilen sa coniugare sostanza e stile – certo, una sostanza lontana dalle superprestazioni, ma più che sufficiente per stampare un bel sorriso in faccia a chi ama guidare ma magari è un po’ stufo di dover fare i conti con masse, prestazioni, costi e complicazioni dei modelli premium di oggi.

Se le moto di oggi vi sembrano tutte uguali, se siete fra quelli che vorrebbero una moto raffinata come una “grande” ma leggera e poco impegnativa nella guida come una “piccola”, forse la Vitpilen è la moto che fa per voi. E questa, a differenza di tanti esercizi di stile del passato o del presente, si guida anche. Eccome se si guida…

Pregi e difetti

Pro

  • Finiture | Guida | Design

Contro

  • Prezzo | Vibrazioni

Maggiori info:

Moto: Husqvarna Vitpilen 701

Meteo: Sole, 14°

Luogo: Barcellona (Spagna)

Terreno: Extraurbano, città

Foto: Marco Campelli, Sebas Romero

Sono stati utilizzati:

Casco Caberg Ego Quartz

Giubbotto Hevik Antares

Guanti Hevik Shamal

Pantaloni Ixon Owen Flash

Scarpe Alpinestars Oscar Twin Drystar

Husqvarna Vitpilen 701 (2018 - 19)
Husqvarna

Husqvarna
Via Spallanzani, 16/B
24061 Albano Sant’Alessandro (BG) - Italia
035 580318
info.italia@husqvarna.motorcycles.com
https://www.husqvarna-motorcycles.com/it-it.html

  • Prezzo 10.350 €
  • Cilindrata 693 cc
  • Potenza 75 cv
  • Peso 157 kg
  • Sella 830 mm
  • Serbatoio 12 lt
Husqvarna

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Scheda tecnica Husqvarna Vitpilen 701 (2018 - 19)

Cilindrata
693 cc
Cilindri
1
Categoria
Naked
Potenza
75 cv 55 kw 8.500 rpm
Peso
157 kg
Sella
830 mm
Pneumatico anteriore
Bridgestone Battlax 120/70 R 17"
Pneumatico posteriore
Bridgestone Battlax 160/60/17"
Inizio Fine produzione
2017 2019
tutti i dati

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