Ana Carrasco, la prima "campionessa" del motociclismo

Carlo Baldi
Determinata e veloce la spagnola è la prima donna ad aver vinto un campionato mondiale motociclistico non riservato alle sole donne e lo ha dedicato a Luis Salom
1 ottobre 2018

Dopo aver concluso al tredicesimo posto l’ottava ed ultima gara del campionato mondiale Supersport 300, nel giro di rientro ai box Ana Carrasco si guardava attorno incredula, cercando di interpretare dalle reazioni del pubblico di Magny Cours chi avesse vinto il titolo mondiale. “Cercavo qualche maxi schermo che proiettasse la classifica del campionato – ci ha dichiarato Ana - ma non lo trovavo. Alla curva cinque mi sono fermata ed ho chiesto agli spettatori. Da quel momento in poi ho capito che avevo vinto io, ma ancora adesso non riesco a rendermi davvero conto di quanto è accaduto. Forse solo domani – ha proseguito – comprenderò veramente quello che ho fatto”.


Ana Carrasco non ha semplicemente vinto un titolo mondiale, ma è la prima donna ad aver vinto un campionato mondiale FIM su pista, che non sia riservato alle sole donne. E’ entrata nella storia di questo sport. E dire che a tre giri dalla fine l’impresa sembrava impossibile. La Carrasco era solo diciottesima, mentre il suo avversario nella lotta per il titolo, il connazionale Mika Perez, era in testa alla gara. Il campionato sembrava deciso, il sogno di vedere una donna in cima al mondo, svanito. Ma proprio nei giri successivi la fortuna ha guardato Ana e gli ha sorriso e lei è risalita sino alla tredicesima posizione finale, proprio mentre Perez veniva beffato a due curve dal traguardo da un altro spagnolo, Daniel Valle, che lo relegava al secondo posto: 93 punti per la Carrasco e 92 per Perez.  Ancora una volta il destino aveva disegnato un finale fantastico.


Ana Carrasco era stata la rivelazione dello scorso campionato, il primo del mondiale Supersport 300, quando si era aggiudicata la gara di Portimao, ma chi poteva pensare che l’anno successivo avrebbe addirittura vinto il titolo? Un sogno, un impresa impossibile. Ma Ana è una donna e come tale unisce fantasia e grinta, generosità e spirito di sacrificio. Come tutte le donne anche lei è un fiore d’acciaio.

In pista si confonde con gli altri piloti, ma una volta scesa dalla moto non rinnega il suo essere donna, non si adegua ad un mondo che sino a ieri sembrava riservato ai soli uomini.


La sua vittoria, le sue lacrime nascoste nel casco, la sua gioia mista a incredulità ci hanno commosso, così come ci ha commosso la sua dedica: “Il giorno che abbiamo perso Luis Salom ho giurato che gli avrei dedicato il mio titolo mondiale. E quel momento è arrivato”.